La Svizzera a piedi

Trans Swiss Trail
Tappa 27, Anzonico–Biasca

Ruotare il dispositivo per la presentazione
Trans Swiss Trail
Tappa 27, Anzonico–Biasca
Il tratto più romantico, ma anche più ripido, della Strada alta. Tra sporgenze di roccia e sperduti boschi di castagni, l’antica Saumweg porta a una straordinaria scala esterna sopra Pollegio. Volata finale verso Biasca, nel fondovalle della Leventina.
Anzonico si trova sul versante sinistro della valle Leventina a quasi 1000 m di quota. Nel 1667, una valanga distrusse alcune parti del villaggio, tra cui la chiesa. 88 persone morirono. Il paese fu ricostruito in una posizione più riparata. A partire dal 1850, Anzonico iniziò sempre più a spopolarsi. Oggi conta solo un centinaio di abitanti e diversi rustici sono stati trasformati in case vacanza. Alla fine del villaggio c’è la chiesa, che domina la valle. La vista sulla Bassa Leventina e sulle montagne antistanti, come ad es. il Madone Grosso (2741) o la Cima Bianca (2612), è fantastica. Dopo poco meno di un'ora si arriva a Cavagnano. Dopo questa piccola località, il sentiero si trasforma in un bellissimo percorso. Facendo silenzio è possibile udire il fruscio dei cervi tra le foglie. Tuttavia, visto che si mimetizzano molto bene, sono raramente visibili.
Dopo circa due ore si raggiunge Sobrio, il seguente villaggio di montagna. Poco dopo, ci sono la gola del Vallone e poi la lunga discesa verso Pollegio. Dapprima la discesa è lieve e poi sempre più ripida e segue sentieri sassosi con enormi guglie di roccia. Dopo avere attraversato solitari castagneti e una singolare scalinata a cielo aperto, l'antica mulattiera conduce a Pollegio in quattro ore e mezza. Sull’altro versante della Leventina ci si trova di fronte al Ticino. Per pochi minuti si segue il corso del fiume verso la meta della tappa, Biasca, dove la valle si apre per dare spazio a un'ampia pianura che si sviluppa in lunghezza.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo svetta maestosa poco sopra il centro del paese e offre una vista sugli ingressi delle tre cosiddette valli ambrosiane di Blenio, Leventina e Riviera. Edificata nel secolo XI, è uno dei più bei monumenti romanici in Svizzera. Nel 1513, anche Biasca non fu risparmiata dalle calamità naturali. Nel Medioevo, la città fu teatro di una delle più devastanti frane della storia svizzera. Quando il Monte Crenone collassò nella valle, distrusse molte case, uccise 600 persone e creò uno sbarramento. Nel 1515, la diga di detriti che tratteneva le acque cedette, provocando gravi danni fino al piano di Magadino.
Dopo circa due ore si raggiunge Sobrio, il seguente villaggio di montagna. Poco dopo, ci sono la gola del Vallone e poi la lunga discesa verso Pollegio. Dapprima la discesa è lieve e poi sempre più ripida e segue sentieri sassosi con enormi guglie di roccia. Dopo avere attraversato solitari castagneti e una singolare scalinata a cielo aperto, l'antica mulattiera conduce a Pollegio in quattro ore e mezza. Sull’altro versante della Leventina ci si trova di fronte al Ticino. Per pochi minuti si segue il corso del fiume verso la meta della tappa, Biasca, dove la valle si apre per dare spazio a un'ampia pianura che si sviluppa in lunghezza.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo svetta maestosa poco sopra il centro del paese e offre una vista sugli ingressi delle tre cosiddette valli ambrosiane di Blenio, Leventina e Riviera. Edificata nel secolo XI, è uno dei più bei monumenti romanici in Svizzera. Nel 1513, anche Biasca non fu risparmiata dalle calamità naturali. Nel Medioevo, la città fu teatro di una delle più devastanti frane della storia svizzera. Quando il Monte Crenone collassò nella valle, distrusse molte case, uccise 600 persone e creò uno sbarramento. Nel 1515, la diga di detriti che tratteneva le acque cedette, provocando gravi danni fino al piano di Magadino.
Il tratto più romantico, ma anche più ripido, della Strada alta. Tra sporgenze di roccia e sperduti boschi di castagni, l’antica Saumweg porta a una straordinaria scala esterna sopra Pollegio. Volata finale verso Biasca, nel fondovalle della Leventina.
Anzonico si trova sul versante sinistro della valle Leventina a quasi 1000 m di quota. Nel 1667, una valanga distrusse alcune parti del villaggio, tra cui la chiesa. 88 persone morirono. Il paese fu ricostruito in una posizione più riparata. A partire dal 1850, Anzonico iniziò sempre più a spopolarsi. Oggi conta solo un centinaio di abitanti e diversi rustici sono stati trasformati in case vacanza. Alla fine del villaggio c’è la chiesa, che domina la valle. La vista sulla Bassa Leventina e sulle montagne antistanti, come ad es. il Madone Grosso (2741) o la Cima Bianca (2612), è fantastica. Dopo poco meno di un'ora si arriva a Cavagnano. Dopo questa piccola località, il sentiero si trasforma in un bellissimo percorso. Facendo silenzio è possibile udire il fruscio dei cervi tra le foglie. Tuttavia, visto che si mimetizzano molto bene, sono raramente visibili.
Dopo circa due ore si raggiunge Sobrio, il seguente villaggio di montagna. Poco dopo, ci sono la gola del Vallone e poi la lunga discesa verso Pollegio. Dapprima la discesa è lieve e poi sempre più ripida e segue sentieri sassosi con enormi guglie di roccia. Dopo avere attraversato solitari castagneti e una singolare scalinata a cielo aperto, l'antica mulattiera conduce a Pollegio in quattro ore e mezza. Sull’altro versante della Leventina ci si trova di fronte al Ticino. Per pochi minuti si segue il corso del fiume verso la meta della tappa, Biasca, dove la valle si apre per dare spazio a un'ampia pianura che si sviluppa in lunghezza.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo svetta maestosa poco sopra il centro del paese e offre una vista sugli ingressi delle tre cosiddette valli ambrosiane di Blenio, Leventina e Riviera. Edificata nel secolo XI, è uno dei più bei monumenti romanici in Svizzera. Nel 1513, anche Biasca non fu risparmiata dalle calamità naturali. Nel Medioevo, la città fu teatro di una delle più devastanti frane della storia svizzera. Quando il Monte Crenone collassò nella valle, distrusse molte case, uccise 600 persone e creò uno sbarramento. Nel 1515, la diga di detriti che tratteneva le acque cedette, provocando gravi danni fino al piano di Magadino.
Dopo circa due ore si raggiunge Sobrio, il seguente villaggio di montagna. Poco dopo, ci sono la gola del Vallone e poi la lunga discesa verso Pollegio. Dapprima la discesa è lieve e poi sempre più ripida e segue sentieri sassosi con enormi guglie di roccia. Dopo avere attraversato solitari castagneti e una singolare scalinata a cielo aperto, l'antica mulattiera conduce a Pollegio in quattro ore e mezza. Sull’altro versante della Leventina ci si trova di fronte al Ticino. Per pochi minuti si segue il corso del fiume verso la meta della tappa, Biasca, dove la valle si apre per dare spazio a un'ampia pianura che si sviluppa in lunghezza.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo svetta maestosa poco sopra il centro del paese e offre una vista sugli ingressi delle tre cosiddette valli ambrosiane di Blenio, Leventina e Riviera. Edificata nel secolo XI, è uno dei più bei monumenti romanici in Svizzera. Nel 1513, anche Biasca non fu risparmiata dalle calamità naturali. Nel Medioevo, la città fu teatro di una delle più devastanti frane della storia svizzera. Quando il Monte Crenone collassò nella valle, distrusse molte case, uccise 600 persone e creò uno sbarramento. Nel 1515, la diga di detriti che tratteneva le acque cedette, provocando gravi danni fino al piano di Magadino.
Lunghezza
18 km
Salite | Discesa
440 m | 1150 m
Tempo di marcia
5 h 15 min
Tecnica | Forma fisica
medio
(sentiero di montagna)
|
difficile
Andata | ritorno
Di più …
Risparmio di metri in altitudine
Tra Payerne e Belfaux circola un bus che fa risparmiare ca. 850 metri di altitudine.
Avvertimenti
Andata | ritorno
Contatto
Gestione della segnaletica
La segnaletica è gestita dall'associazione cantonale per i sentieri escursionistici su incarico del cantone.
Ticino Sentieri
Via A. Giovannini 3
6710 Biasca
info@ticinosentieri.ch
www.ticinosentieri.ch